Fibre ottiche, Next Generation Networks

Telecom Italia frena sugli investimenti in fibra

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Le dichiarazioni di questi giorni di Franco Bernabé ai giornali non consentono repliche o speculazioni: più chiaro di così. A seguito del nuovo corso della Kroes, secondo cui il prezzo di accesso alla rete telefonica in rame deve rimanere stabile pe ri prossimi 8 anni (NDR: nonostante l’investimento sia ormai ultra-ammortizzato), il CEO di Telecom Italia incassa e ci spiega il SUO di nuovo corso: (a) profitti stabili dalla rete in rame; (b) prezzi non orientati ai costi – quindi molto elevati – per le fibre (se ce ne saranno); (c) ripagamento del debito e, perchè no, erogazione di dividendi interessanti. Champagne!

E lo sviluppo della rete in fibra ottica, quella che dovrebbe ammodernare il paese? Non se ne fa niente, Bernabè non potrebbe essere più esplicito, anche perchè sta parlando ai mercati finanziari ed agli investitori (quelli che investono in azioni e bond, non in opere, innovazione o idee): “Non accelereremo la diffusione della rete in fibra, anche perché l’indicazione dell’Unione Europea è solo programmatica, vedremo prima quali sono le decisioni finali e comunque la diffusione della rete è spinta da clienti e redditività: non faremo nulla che possa compromettere obiettivi globali nel breve termine perché vogliamo comunque il deleavereage – cioè la riduzione del debito) per Telecom”. Amen.

Lo sviluppo della fibra ottica non è pertanto un obiettivo strategico di Telecom, ma una semplice eventualità. Secondo Bernabè, la rete ad alta velocità si svilupperà solo grazie alla spinta “dei clienti e della redditività”. Ma ciò vuol dire che stenterà a venire, perchè il possesso della rete in rame consente a Telecom di bloccare qualsiasi iniziativa di modernizzazione, che venga da Telecom stessa oppure da un competitor: infatti, gli elevati profitti della rete in rame, combinati con il fatto che i servizi colà erogati sono in grado di cannibalizzare quelli su fibra, rendono poco profittevole una rete in fibra alternativa. Quindi, questa migrazione non conviene a Telecom, la quale ha però tutti gli strumenti per stroncare tentativi di concorrenza (facendo prezzi predatori sui servizi in rame, quanto basta per scoraggiare la concorrenza).

La grande rete in fibra di Telecom potrebbe nascere solo per un capriccio (cosa improbabile), oppure a fronte di qualche straordinario “regalone” pubblico, come avvenuto con il caso della provincia di Trento (e non è un caso che la Commissione Europea, lato Almunia, abbia aperto un’investigazione, per violazione delle norme sugli aiuti di Stato).

Intendiamoci: qua è là Telecom butterà giù qualche fibra, ma sostanzialmente in VDSL, e solo dove si tratta di parare la concorrenza di qualche competitor fastidioso. Ma niente a che fare con lo “step change”, il cambio di passo, che occorrerebbe per cablare il paese.

5 replies »

  1. Quello che scrivi mi sembra abbastanza fuorviante. TI continua a mettere giù fibra, almeno nella rete primaria, per circa 6000 km/anno, come affermato ancora recentemente dal suo CTO. Questo consentirà di aumentare progressivamente le velocità degli utenti in rame (VDSL). Inoltre, altra fibra viene messa per collegare le BTS alla rete di trasporto e per garantire il backhaul, specie in ottica LTE che non può essere ignorato come strumento complementare e in certi casi sostitutivo della rete fissa a banda larga (sta succedendo in Germania nelle aree rurali, i clienti hanno 3 mb/sec reali e non mi sembra si siano incatenati al trattore per protesta).
    Per quanto riguarda Trento, la DG COMP aveva approvato (http://ec.europa.eu/eu_law/state_aids/comp-2010/n305-10.pdf) il piano provinciale per la riduzione del digital divide, mentre oggi pare aver cambiato idea sullo sviluppo di NGA. Mi chiedo: ma erano così diversi i progetti?

  2. Mi sembra che le dichiarazioni di Bernabè siano molto più importanti di quelle del CTO. E’ ovvio che un numero limitato di investimenti in fibra accadrà (ad esempio per il deterioramento della rete in rame) ma non in ragione di una visione strategica, solo per tappare buchi qua è là (VDSL è ottimo per questo). Non mi sembra che questa sia la modernizzazione che si aspettava la Commissione Europea oppure AGCOM. La fibra non è una priorità, la rete d’accesso in rame invece sì, l’ha detto Bernabè, non io.
    Su Trento ti stai confondendo: il progetto approvato da DG COMP era un altro (ce ne sono 2).

  3. “specie in ottica LTE che non può essere ignorato come strumento complementare e in certi casi sostitutivo della rete fissa a banda larga (sta succedendo in Germania nelle aree rurali, i clienti hanno 3 mb/sec reali e non mi sembra si siano incatenati al trattore per protesta).”

    Fino a 30~50 GB mensili, poi va come doppino da anni novanta. Pensa veramente che sia un’alternativa al DSL? Molto piu’ fuorviante di qualsiasi cosa scritto dal signor Genna.

    • Infatti, l’LTE può essere sostitutivo o complementare al DSL, ma non alla fibra ottica. Oltre ai limiti di velocità, ve ne sono altri inerenti al wireless che escludono appunto la sostituibilità. La Commissione Europea (DG COMP) ha scritto molto sull’argomento. E’ ovvio che molti operatori mobili possono vedere un vantaggio nel fatto che la fibra non avanzi.

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